Mappa
1 - Guerriero di pace delle Dolomiti
Thorsten Schütt, 2016,
L’artista di Horsten (Germania), nel 2016, ha creato questa installazione con il legno di larice, il ferro e la dolomia, per tutelare la bellezza del paesaggio dolomitico e le energie positive che qui si sprigionano.
2 - Simulacro
Federico Seppi, 2017,
Nel 2017 l’artista trentino ha installato l’opera, creata con il legno di nocciolo e il rame, per offrire un “fermo immagine” di una goccia di pioggia che scivola tra i rami. Un momento “sacro” che normalmente sfugge alla percezione visiva.
3 - Vedo non vedo
Luca Prosser, 2016,
L’artista di Volano (Trento), nel 2016, ha realizzato un’installazione con acciaio (corten e inox) che rappresenta lo sguardo lucido, commosso, sulla montagna e sui piccoli incontri di animali selvatici e creature vegetali che a ogni passo generano un sussulto.
4 - Mediterraneo
Elio Vanzo, 2018,
Lo scultore e direttore museale di Cavalese ha scolpito con il cirmolo un pastore della Val di Fiemme che dialoga silenziosamente con il suo animale, guardando a sud, dove ebbe inizio la civiltà di cui noi siamo gli epigoni.
5 - Il nodo della strega
Mariano Vasselai, 2018,
L’artista-professore che si divide fra Milano e la Val di Fiemme (Panchià) ha installato davanti al Monte Cornon un’opera dedicata alla “Strega del Cornon”. Le streghe gettavano in strada una corda pieni di nodi impossibili da slegare. Chi la raccoglieva… doveva correre da loro per farsi togliere il “maleficio”.
6 - Harmonia
Dorota Koziara, 2016,
L’installazione dell’artista, designer e architetto, che lavora fra Milano e la Polonia, è sorta nel 2016 con legno e canapa. Raffigura due corpi, schiena contro schiena, protesi alla ricezione dell’energia universale fra le Dolomiti. L’opera invita a sedersi per ammirare le Pale di San Martino o la Pala Santa.
7 - Remake di Valanghe di bolle di pensiero
Thorsten Schütt, 2023,
L’artista tedesco Thorsten Schütt è stato invitato nel Parco RespirArt per creare un remake dell’opera “Valanghe di bolle di pensieri” scolpita a Pampeago nel 2012. Le sue sfere di larice evocano la forma dei pensieri che travolgono ogni artista durante la fase di ispirazione. La cascata di sfere è visibile anche dalla Seggiovia Agnello. Un’altra opera di questo artista di Horsten (Germania) è il “Guerriero di pace delle Dolomiti” e si trova vicino a Rifugio Monte Agnello dal 2016.
8 - Conversazioni virtuali
Piergiorgio Doliana, 2017,
In un mondo interconnesso, dialoghiamo attraverso segni che sostituiscono sguardi e parole. L’artista di Tesero (Trento) nel 2017 ha espresso la sua nostalgia dei dialoghi senza fretta, espressivi e sonori, creando un’installazione con quattro sedie di cirmolo oscillanti.
9 - Sicurezza
Reinhard Mader, 2018,
L’artista di Englburg (Germania) nel 2018 ha ancorato alla roccia un moschettone. Lo ha scolpito in un blocco di granito della Foresta bavarese. Secondo Mader, quando le direzioni del vivere sono confuse, si può sempre salire su una vetta per riconnettersi all’immensità.
10 - Ouverture
Aldo Pallaro, 2015,
Un albero nudo si apre alla volta celeste per ricevere l’energia e le sue trasparenze: aria, acqua, calore e luce. Lui si nutre di ciò che offre l’atmosfera terrestre, con senso di gratitudine. L’artista di Padova lo ha creato nel 2015 con un tronco di larice e lastre d’acciaio.
11 - Mirror
Martina Pomari, 2017,
Invita l’uomo a guardare con gli occhi dell’albero l’installazione creata con betulle scolpite e dipinte. Nel 2019 questa studentessa trentina (Dro) dell’Accademia di Belle Arti di Venezia cha creato qui la sua prima installazione d’arte ambientale.
12 - Siamo tutti connessi
Gordon Dick, 2014,
Nel 2014, l’artista nativo del Canada ha portato in Italia la cultura del popolo indigeno Nuu-chah-nulth (significa “Lungo le montagne”), ancora capace di provvedere alla sua sopravvivenza utilizzando solo risorse naturali. L’opera in legno di cedro del Canada invita a gestire le risorse naturali con equilibrio, poiché tutto è connesso.
13 - Incontri reticolari
Simone Carole Levy, 2017,
L’installazione creata nel 2017 dall’artista anglo-svizzera gioca con un intreccio di identità lontane ma connesse. L’opera, realizzata con corde e legno di larice, sembra restituire alla terra ogni azione virtuale. E ci ricorda quanto siamo condizionati dai nostri quotidiani accessi alla Rete.
14 - Point
Stanislaw Brach, Jan Jaworski Brach, Filip Musial, 2019,
La struttura conica evoca il forno utilizzato per cuocere le sculture di ceramica. Al suo interno, però, non c’è un’opera creata dall’uomo, ma una grande pietra levigata dal tempo, plasmata dalla natura. L’artista polacco e i suoi studenti dell’Accademia d’Arte di Varsavia l’hanno creata nel 2019, con gli abeti rossi sradicati dal vento nel territorio della Magnifica Comunità di Fiemme.
15 - Déodat de Dolomieu
Giovanni Bailoni, 2019,
L’artista di Riva del Garda (Trentino) nel 2019 ha dedicato una statua al vulcanologo, mineralista e geologo che ha scoperto la Dolomia. L’opera creata riciclando i tetti di vecchie baite dolomitiche è stata dedicata ai primi 10 anni di Dolomiti UNESCO.
16 - Guardiano di emozioni
Giampaolo Osele, 2013,
L’artista trentino (Lavarone, 1954-2018) ha dato vita nel 2013 a un’installazione con le diverse essenze lignee che ha raccolto durante i suoi viaggi. Raffigura un guardiano che veglia sui visitatori, pronto a captare ogni stato d’animo per restituirlo alla terra.
17 - C’era una volta il mare
Giampaolo Osele, 2016,
Nel 2016, l’artista trentino (Lavarone, 1954-2018) ha voluto ricordare che il Latemar è emerso dal mare 20-25 milioni d’anni fa. Su una lastra di pietra, dove erano già presenti resti fossili di conchiglie (ammoniti), ha inciso altri molluschi. Le incisioni e i fossili sono evidenziati con il bolo, la terra del vicino Monte Cornon usata un tempo dai pastori.
18 - Simbiosi
Hannah Streefkerk, 2015,
L’artista svedese ha adagiato ricami di licheni su quattro pini cimbri. “Ci ho messo molti mesi per ricamare e cucire a uncinetto questi licheni – ha raccontato -. È un lavoro lento, in totale simbiosi con i tempi dilatati della natura e con i suoi colori. È tempo speso bene, perché rivela il rapporto di dipendenza fra l’albero e il lichene. Anche noi non possiamo vivere gli uni senza gli altri e non possiamo vivere nemmeno senza gli alberi”.
19 - “29 ottobre 2018”
Giuseppe Dondi, Alberto Larcher, Roberto Rossi, Fabio Seppi, 2019,
Gli artisti trentini del Gruppo Terrae, nel 2019, hanno ricreato gli effetti della tempesta Vaia del 29 ottobre 2018, assemblando i legni spezzati dal vento nelle vicinanze del parco. L’installazione invita a osservare la forza distruttiva della natura accanto alla potente spinta di rinascita rappresentata dalle giovani piante alle spalle dell’opera.
20 - Sleipnir XLVII Latemar 2797
Duilio Forte, 2018,
L’artista e architetto italo-svedese, nel 2018 ha portato davanti al Latemar la mitologia scandinava. Sleipnir, il mitico cavallo dalle otto zampe di Odino, fa ripensare al rapporto tra uomo e natura. Fra le sue zampe tutti possiamo vivere un’esperienza più autentica del tempo.
21 - Acutis
Cosimo Allera, 2017,
Nel 2017, l’artista di Gioia Tauro (Reggio Calabria) ha creato un’installazione radiosa con l’acciaio corten. L’opera invita l’osservatore a individuare le misteriose “autostrade del cielo” raccontate da Carlo Acutis, in via di beatificazione.
22 - Teatro del Latemar
Marco Nones, 2012,
L’installazione del fondatore del parco RespirArt dal 2012 riproduce i profili rocciosi del massiccio dolomitico del Latemar. Quest’opera è un vero e proprio teatro che ospita spettacoli ogni estate. Il pubblico si accomoda su cubi di larice, fra cespugli di mirtilli e rododendri.
23 - Totem
Sandro Scalet, 2014,
L’artista di Tesero (Trento) nel 2014 ha creato un totem, alto 5 metri, con forme geometriche che dialogano tra loro. Il fuoco, il legno di larice e la terra rossa del monte Cornon sono i tre elementi che raccontano la storia del popolo della Val di Fiemme.
24 - Mind’s Eye
Olga Ziemska, 2015,
È la prima installazione in Italia della land artist di Cleveland (Ohio). Con rami di betulle, cirmoli e noccioli nel 2015 ha creato un mosaico dove ogni legno rappresenta una cellula umana. Lo spazio vuoto, la mente, si focalizza sulla natura del Latemar. La struttura è statica, mentre la natura è movimento. “L’uomo, spesso, si pone come osservatore statico della bellezza che lo circonda – ha spiegato l’artista -, senza rendersi conto che lui stesso è natura, natura in movimento”.
25 - Il giardino di Danae
Hidetoshi Nagasawa, 2013,
L’artista giapponese fra i più celebri al mondo (1940-2018) nel 2013 ha abbracciato con entusiasmo il sogno artistico di RespirArt. Qui ha realizzato, con pietre di porfido trentino, un’installazione dedicata a Danae, una figura della mitologia greca. Il labirinto di pietra racchiude al suo interno un magnifico masso circondato da fiori. Nagasawa credeva al fato, al punto che, durante il suo lungo viaggio in bici dal Giappone all’Europa, decise di fermarsi a vivere a Milano, perché qui gli fu rubato il mezzo a due ruote che avrebbe dovuto portarlo più lontano.
26 - Punto e virgole
Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga, 2020,
I due land artist, fondatori dell’Humus Park di Pordenone, hanno progettato per la Manifestazione internazionale d’arte ambientale RespirArt 2020 un’istallazione di ferro, rami e zolle di muschio. L’opera rivela la punteggiatura della natura. La sua trama è molto chiara e sequenziale. La natura usa molte virgole, per farci prestare attenzione a quanto facciamo, per rallentarci, per invitarci a riflettere, per farci riprendere fiato. Quando scrive un punto, la natura ci ferma e lo fa come un genitore arrabbiato che non riesce a domare il figlio ribelle: piccolo essere umano presuntuoso, ora basta. Fermati e riparti.
27 - Conifera
Marco Nones, NEW 2023,
L'artista italo-svizzero, fondatore del Parco RespirArt, ha progettato un'installazione conica altra 6 metri. L’opera sarà realizzata con legno di abete bostrico ovvero legno scolpito da un piccolo insetto, il bostrico tipografo. Questo laborioso parassita con le sue curiose incisioni ha distrutto molti abeti in Val di Fiemme. L’artista però è convinto che il legno lavorato dal parassita potrebbe garantire straordinari utilizzi per l'arte e per il design. Il cono svetterà all’arrivo della Seggiovia Agnello e, come un albero cavo, permetterà ai visitatori di sostare all'interno, per sperimentare la sensazione di essere una conifera.
28 - Natura viva
Mauro Lampo Olivotto, 2012,
L’opera, creata nel 2012, inquadra il Latemar. I troni gotici per l’artista di San Vito di Cadore (Veneto) esprimono la sacralità della natura. Qui possiamo perderci in un panorama che trasmuta sotto i nostri occhi. Perché temere i cambiamenti? La vita è proprio continua trasformazione.
29 - Bozzolo
Jano Sicura, 2021,
La sua crisalide avvolge pietre del parco come a rivelare uno stato embrionale, una vita segreta, una forma di vita solo abbozzata. Poeticamente, l’artista immagina infiniti mondi e forme di vita ancora possibili. I suoi bozzoli di energia simbolica, i suoi nodi di ferro e i suoi disegni invitano a stabilire un rapporto diretto con la materia.
30 - Tensione 2
Ryszard Litwiniuk, 2021,
21 anni dopo il progetto “Tensione 1”, realizzato nel 1999 in Canada quando il mondo stava entrando nel nuovo millennio con grande incertezza, “Tensione 2” in un nuovo periodo di incognita futura, alle prese con la pandemia, rappresenta un momento per fermarsi a pensare e sperare in una nuova boccata d’aria fresca senza paura di essere contagiati. Respirare l’arte. Un nuovo progetto con una nuova forma e nuove relazioni spaziali e temporali. Tempo diverso, luogo diverso… persone, spazi e luce diversi.
31 - Arcanuvola
Elio Vanzo, 2021,
Un’opera composta da tre parti simboliche: la nuvola, la pioggia e la barca. Il riferimento è quello biblico del diluvio e della salvezza attraverso l’arca di Noè. Dalla nuvola oscura scende la pioggia in forma di solidi pali acuminati, ma la barca la raccoglie e la contiene nel suo ventre, generando salvezza per l’uomo e la Natura.
32 - L’ora d’oro
Alessandra Bruno, 2022,
I paravalanghe di legno che si affacciano in alcune zone del parco d’arte spesso sono ammirati per le loro architetture e sono segni dell’uomo che si intersecano con i segni della natura. L'artista milanese Alessandra Bruno ha dipinto un triangolo d’oro su uno di questi paravalanghe, per suggerire di mostrare gratitudine alle strutture di protezione civile e a chi impiega le sue ore per il bene comune. L’opera appare come una visione onirica, un arpeggio, un commovente gesto di armonia fra uomo e natura.
33 - Loro
Sergio Camin, 2022,
L’artista nato a Bolzano nel 1950, vive e lavora a Ville di Fiemme tra segni, colori e parole. La sua installazione si intitola “Loro” ed è creata con la pittura di sagome di lamiera. L’artista, ispirandosi agli ulivi pugliesi colpiti da Xylella, accompagna la sua opera con queste parole “Loro. Immortali agli occhi nostri mortali. Mutanti per noi banalmente mutevoli. Loro. Le vulìe di un Salento. Che amano e cambiano. Con Loro”.
34 - Bozzolo 2
Jano Sicura, 2022,
Nato a Ferla (Siracusa) nel 1950, si è trasferito in Germania all’inizio degli anni 70 e ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Karlsruhe. Sicura, plasmando il ferro, realizza nodi, torsioni e geometrie aliene. A RespirArt ha creato nel 2022 una seconda opera con filo di ferro incastonata tra due grandi pietre come a formare una misteriosa cupola dove si può sostare per ammirare il cielo.
35 - Insecta Residence
Zest Artist Collective – ZAC, 2022,
Zest Artist Collective - ZAC è una collaborazione internazionale di sei artiste provenienti da Perù, Australia, Italia, Paesi Bassi, Germania e Spagna, in relazione profonda col luogo e con la natura. Il progetto “Residenza Insecta” è stato ideato dal collettivo ed è stato realizzato da Imke Rust e Sally Kidall. L’installazione è una casa per insetti di lana d’acciaio che sottolinea l'importanza della collaborazione positiva tra gli esseri umani e i diversi esseri viventi all'interno dei nostri ecosistemi. Residenza Insecta è un'interpretazione umana dell'abitare degli insetti, imitando il modo in cui questi ultimi costruiscono i loro nidi e vivono in colonie organizzate.
36 - Madrepora Ii
Jan Langer e Markus Gasser, NEW 2023,
Gli artisti Jan Langer e Markus Gasser creeranno un’installazione formata da esagoni di betulla che avvolge alcune rocce e ne sintetizza le forme, evocando la struttura del corallo e quindi la genesi delle Dolomiti. L’opera tridimensionale, infatti, ci porta indietro di 200-265 milioni di anni quando la Regione Dolomitica era un ambiente prevalentemente marino. Jan Langer, musicista e land artist di Grissiano si concentra sull’arte ambientale effimera. Langer lavora al fianco dello scultore Markus Gasser, nato a Bolzano e residente a Bressanone, noto per le sue opere di pietra.